Elisa
Riciclare vuol dire trasformare materiali di scarto e rifiuti recuperati grazie alla raccolta differenziata, in nuovi beni.
Per spiegare il riciclo con qualche esempio si può partire dal leggere cosa può essere inserito nei cassonetti stradali o quelli del porta a porta. Imballaggi di plastica, vetro, alluminio, carta sono i più comuni. Tra i materiali riciclabili, si definiscono permanenti quelli che nel riciclo non mutano le proprie caratteristiche chimico fisiche. Se avvio a riciclo un kg di oggetti di vetro (es. barattoli e bottiglie), attraverso il riciclo non subirò una perdita di massa né di proprietà. Da tale kg potrò realizzare beni per la medesima quantità. Oltre al vetro sono materiali permanenti l’acciaio e l’alluminio.
Facciamo ora qualche esempio legato alla plastica. Le tipologie riciclabili sono imballaggi che recano il simbolo di un triangolo di frecce sottili con un numero che va dall’1 al 6 (il 7 indica invece che non va inserito nella raccolta differenziata della plastica). Dal processo di riciclo potremo ottenere una nuova bottiglia, un contenitore ma anche manufatti completamente diversi. Sapevate, ad esempio, che con la plastica di 10 bottiglie si può fare un maglione di pile?!
Maryam
Al mondo ci sono più di 7 miliardi di persone. 3 miliardi risiedono in aree urbane e producono 1.3 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi ogni anno.
Nel 2025 si pre la produzione di rifiuti salirà a 2.2 miliardi di tonnellate annue.
Hong Kong produce quasi 14mila tonnellate di rifiuti solidi al giorno.
Ogni anno si producono 125 milioni di tonnellate di materie plastiche. L’80% diventano rifiuti.
L’80% dei rifiuti plastici arriva al mare attraverso i fiumi, il resto dalle imbarcazioni.
Per via delle correnti ci sono 5 grandi isole di rifiuti negli oceani.
I satelliti non individuano le isole di plastica a causa della piccolezza dei detriti che galleggiano a pelo d’acqua: le loro esatte dimensioni sono ignote.
L’isola di detriti nord del Pacifico si stima di dimensioni tra i 700.000 km² e i 10 milioni di km² (la dimensione degli Stati Uniti)
Le isole non vengono ripulite perché nessuno Stato riconosce i rifiuti come propri.
Tempi di decomposizione dei rifiuti:
Scatola di cartone – 2 mesi
Filtro di sigaretta 1-5 anni
Sacchetto di Plastica 10-20 anni
Lattina in metallo: 50 anni
Lattina in alluminio: 200 anni
Bottiglia di plastica: 450 anni
Filo da pesca: 600 anni
Bottiglia di vetro: 1 o 2 milioni di anni (riciclabile infinite volte)
A causa del progresso dell’umanità, si sta verificando un aumento dell’utilizzo dei beni di consumo e di conseguenza si registra un aumento dei rifiuti prodotti. Una volta lo stile di vita semplice creava una produzione contenuta di rifiuti per abitante, ma nel presente in cui viviamo l’aumento dei consumi con la nascita del culto dell’usa e getta e il concentrarsi della popolazione nelle città ha creato questo nuovo problema.
I rifiuti producono inquinamento: liquami, gas, sostanze tossiche e materiali non biodegradabili possono inquinare aria, acqua, terra.
I rifiuti costano: rubano spazio e occorrono risorse umane ed economiche per il loro
trattamento, ma anche per rimediare ai danni ambientali e sanitari che producono.
I rifiuti possono essere anche una forma di guadagno perchè recuperare l’oro dai dispositivi elettronici è più conveniente che estrarlo dalle miniere. Generalmente, questo metallo prezioso è presente in natura nella misura di circa 0,5 grammi ogni tonnellata di terra, con picchi di 5 o 6 grammi d’oro ogni tonnellata di terra nei siti di estrazione. In una tonnellata di smartphone, invece, si trovano in media ben 350 grammi d’oro, cioè circa 80 volte in più rispetto alle miniere.
Approfondimenti
https://www.halleyweb.com/c012132/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/498
https://www.studenti.it/il-problema-dei-rifiuti-riassunto.html
https://www.hdblog.it/curiosita/speciali/n522255/e-waste-tesoro-tasca-raee-smartphone-riciclo/
Emma e Giulia
I rifiuti sono materiali di scarto di svariate attività umane. Ad oggi ogni italiano produce circa 1,5 kg di rifiuti al giorno, quindi 500 kg all’anno, mentre nel 1980 se ne producevano 250kg. Questo dato ci fa riflettere perché significa che più passano gli anni, più la quantità di rifiuti cresce. Ci sono tre categorie differenti di rifiuti che possiamo provare a dimezzare con il principio delle 4R: ridurre, riutilizzare, riciclare e recuperare. Una di queste categorie è quella dei rifiuti urbani che hanno una composizione diversa uno dall’altro. Ad esempio ci sono i rifiuti non riciclabili che vanno bruciati o sotterrati. Noi produciamo principalmente organico che si decompone nel tempo. La plastica invece quando finisce nell’ambiente inizia a sgretolarsi solo grazie alla pioggia, al sole e al vento e quindi noi troviamo questi pezzetti per esempio nel pesce del mare che mangiamo. Ultimamente sono incrementati (800%) i rifiuti tessili. Una soluzione potrebbe essere quella di ridurre gli imballaggi nei negozi per acquistare prodotti più biologici.
Alessio
La Commissione Europea cambia le regole sugli imballaggi. Secondo le stime di Bruxelles, in media ogni europeo genera quasi 180 chili di rifiuti di imballaggio ogni anno. E il dato, da anni, è in costante crescita. Al punto che, in assenza di nuove regole, i rifiuti di imballaggi in plastica potrebbero aumentare del 46% entro il 2030. Per fermare questa tendenza, l’esecutivo di Ursula von der Leyen ha varato un nuovo pacchetto di regole. Tre sono gli obiettivi dichiarati. Il primo: ridurre la generazione di rifiuti di imballaggio, limitando quelli non necessari. In secondo luogo, rendere tutti gli imballaggi sul mercato dell’Ue riciclabili in modo economicamente sostenibile entro il 2030. Terzo: aumentare sensibilmente l’uso di plastica riciclata tramite una serie di vincoli obbligatori da rispettare. Prima di diventare definitive, le proposte della Commissione sugli imballaggi dovranno passare dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Soltanto qualche settimana fa, il Conai – il Consorzio Nazionale Imballaggi – aveva lanciato l’allarme. Secondo Il Sole 24 Ore, sarebbero oltre 700mila le aziende italiane che rischierebbero di essere travolte dalla proposta di regolamento europeo.
Il Gallio è un metallo bianco-blu, scoperto nel 1831. E’ poco diffuso in natura e può essere ottenuto in piccole quantità dai sottoprodotti dell’estrazione di altri metalli come bauxite, zinco e piombo.
Il Gallio ha un punto di fusione molto basso e si può trovare facilmente allo stato liquido a temperatura ambiente. Questo metallo inoltre non si ossida facilmente. Queste caratteristiche lo rendono utile come sostituto del mercurio nei termometri, oltre che per il rivestimento di specchi brillanti, come gli schermi dei televisori e degli smartphone. Viene inoltre usato nella produzione dei LED, dei laser e nell’industria fotovoltaica e delle armi nucleari.
Per questi molti utilizzi la richiesta di Gallio nell’industria elettronica è aumentata moltissimo negli ultimi anni.
L’utilizzo eccessivo del Gallio può comportare un consumo eccessivo dei metalli da cui viene estratto. La carenza del Gallio rischia inoltre di frenare lo sviluppo tecnologico anche perché questi metalli non sono facilmente sostituibili con altri.
Visto che la produzione di monitor e pannelli fotovoltaici sta diventando sempre più grande e visto che il Gallio e i metalli da cui è estratto non sono infiniti, sarà possibile sostituirlo?
Una buona soluzione potrebbe essere una maggiore efficienza di estrazione, la promozione del riciclo dei materiali di scarto oppure utilizzare un altro materiale meno critico.
Approfondimenti:
https://www.ecotechsrl.eu/blog/tavola-periodica-degli-elementi-in-esaurimento
L’Earth Overshoot Day (EOD), (in italiano:giorno del Superamento Terrestre, del sovrasfruttamento della Terra o dello sforamento), indica a livello illustrativo il giorno nel quale l’umanità consuma interamente le risorse prodotte dal pianeta nell’intero anno.
CALCOLO DELLA DATA
Il Global Footprint Network, associazione no profit che sviluppa strumenti per promuovere la sostenibilità tra cui l’impronta ecologica e la biocapacità, calcola il numero di giorni dell’anno che la biocapacità terrestre riesce a provvedere all’impronta ecologica umana. I giorni rimanenti sono detti overshoot (che in inglese significa “andare oltre”). Il calcolo del giorno definito come Earth Overshoot Day è quindi semplicemente dato dal rapporto tra la biocapacità del pianeta, ossia l’ammontare di tutte le risorse che la Terra è in grado di generare annualmente, e l’impronta ecologica dell’umanità, ossia la richiesta totale di risorse per l’intero anno. Si trova così la frazione dell’anno per la quale le risorse generate riescono a provvedere al fabbisogno umano. Infine moltiplicando per il numero di giorni in un anno si ottiene la data dell’Earth Overshoot Day. Definite le grandezze:
● BIO= biocapacità annuale del pianeta Terra;
● HEF= impronta ecologica annuale dell’umanità
DATA ESAURIMENTO
Nel 2022 l’Italia ha raggiunto la propria data di esaurimento delle risorse con ben 2 mesi d’anticipo rispetto a quella mondiale: il 15 maggio.