Mario
Nel 2021 l’overshoot day è stato il 29 luglio, mentre nel 2020 è stato raggiunto il 22 agosto.
Nel 2022 l’Earth overshoot day è stato il 28 luglio. In questa data sono terminate le risorse naturali messe a disposizione dalla Terra e quindi per i 5 mesi restanti alla fine dell’anno, si è dovuti ricorrere all’utilizzo delle “scorte” disponibili per gli anni futuri, utilizzando di fatto quelle a disposizione per le future generazioni.
Il calcolo che stabilisce la data dell’esaurimento delle risorse viene effettuato dal Global Footprint Network, un’organizzazione di ricerca internazionale che intende fornire ai decisori politici strumenti per operare all’interno dei limiti ecologici della Terra. L’Earth overshoot day nasce quindi dallo studio della misura del gap tra domanda di risorse ecologiche e servizi rispetto a quanto il pianeta possa mettere a disposizione e che la stessa Terra può generare nell’arco di 365 giorni.
Significa che la popolazione mondiale utilizza l’equivalente di circa 1,75 pianeti Terra all’anno. Nel 2022 l’Italia ha raggiunto la propria data di esaurimento delle risorse con ben 2 mesi d’anticipo rispetto a quella mondiale.
L’Earth Overshoot Day, un’idea sviluppata da Global Footprint Network e da un gruppo di esperti del New economics foundation del Regno Unito, calcola la velocità con cui la popolazione mondiale utilizza le risorse naturali della Terra. I loro risultati determinano Earth Overshoot Day: il giorno in cui l’utilizzo di risorse naturali da parte dell’umanità supera il budget assegnato per quell’anno. L’Earth Overshoot Day è come uno studio della misura del gap tra domanda di risorse ecologiche e servizi rispetto a quanto il pianeta possa metterci a disposizione.
Emanuele, Cristian e Nicola
Le risorse minerarie sono non rinnovabili, cioè non possono essere ricostituite via via che vengono consumate o, meglio, non possono essere ricostituite con la stessa velocità con cui vengono consumate. Infatti, per la loro rigenerazione sono richiesti periodi lunghissimi: basti pensare, per esempio, ai tempi richiesti per la formazione dei giacimenti di carbone e di petrolio che stiamo sfruttando attualmente.
Le aziende minerarie moderne in molti paesi richiedono di seguire strette norme ambientali e di recupero, che assicurino che l’area mineraria sia tornata alla sua condizione originaria o addirittura ad una condizione ambientale pure migliore a quella precedente all’azione dell’industria mineraria. I metodi di estrazione dei minerali del passato hanno avuto (e i metodi usati in paesi con regolamentazioni ambientali blande continuano ad avere) effetti devastanti sulla salute pubblica e sull’ambiente. Il risultato può essere una concentrazione insolitamente alta di elementi chimici su un’area o una superficie significativamente più estesa. Unita agli effetti dell’acqua e dei nuovi “canali” creati perché l’acqua possa attraversarli, scolano e sono a contatto con questi elementi chimici, una situazione tale che viene creata quando può aver luogo una contaminazione su larga scala.
Coltan è la contrazione di columbite-tantalite e il suo valore dipende proprio dall’alto o meno tenore di tantalite. Quello che viene estratto nella Repubblica democratica del Congo è ad alto tasso di tantalite, da qui il suo valore e la necessità di avere, da parte delle industrie dell’informatica, proprio il coltan congolese. Nessuno conosce cosa sia davvero il coltan. Eppure, si sono combattute e si combattono guerre per averlo. Ma tutti, proprio tutti, lo maneggiamo quotidianamente. Lo teniamo in mano, lo usiamo con disinvoltura. Ci dialoghiamo. Mandiamo messaggi. Sì, è nei nostri telefonini che ci sono così cari, è nei chip dei nostri computer. Non ne possiamo fare a meno.
L’estrazione del coltan, poi, non è granché difficoltosa e le milizie che controllano i giacimenti utilizzano manodopera minorile. Un rapporto di Medici senza frontiere spiega che molti di questi ‘schiavi’ muoiono di fatica e di diverse malattie che questo minerale può portare: compromissione di cuore, vasi sanguigni, cervello e cute; riduzione della produzione di cellule ematiche e danneggiamento dell’apparato digerente; aumento dei rischi del cancro; difetti genetici nella prole; malattie dell’apparato linfatico.
Secondo noi è necessario che l’approvvigionamento di minerali per l’industria elettronica non si basi più sull’estrazione mineraria che provoca grande inquinamento, un impatto enorme sull’ambiente come le cave a cielo aperto e lo sfruttamento, ma sul riciclo e riutilizzo dei materiali presenti nei vecchi telefoni o altri dispositivi elettronici.
Si dovrebbe anche investire nella ricerca allo scopo di trovare valide alternative ai minerali negli apparecchi elettronici, utilizzando materiali o sostanze diverse non inquinanti e più sostenibili ecologicamente.
Una buona pratica è stata attivata da Apple nel 2020 con il progetto Daisy.
Si tratta di un robot capace di smontare e riciclare 200 iPhone ogni ora. L’azienda di Cupertino intende affidarsi sempre più a questa soluzione con un intento ben preciso: dipendere sempre meno dall’estrazione di nuovi minerali dalle miniere.
Sono 14 i minerali che vengono recuperati da Daisy: il robot altro non fa che disassemblare il prodotto (l’iPhone in questo caso), mentre in una fase successiva i componenti separati vengono affidati a società esterne che estraggono i minerali raffinandoli per renderli nuovamente utilizzabili in un nuovo processo produttivo. (fonte HD blog)
Matteo
La foresta amazzonica è sottoposta ad un disboscamento intensivo per lo sfruttamento del suolo, allo scopo di guadagnare sempre di più, trasformando il terreno occupato dalla foresta in campi per allevamenti intensivi, miniere, commercio di legna e pesca intensiva.
Gli animali che popolano la foresta sono costretti a spostarsi sempre di più nelle profondità della giungla.
Circa l’80% della foresta non è ancora stata toccata dall’avidità dell’uomo, ma ben il 20% è stata sottoposta a disboscamento per i motivi citati sopra.
RIFLESSIONE
Per me l’uomo in molti casi è avido con tutto quello che lo circonda, invece di ammirarlo sfrutta tutte le risorse per guadagnare di più, dimenticandosi del perfetto ecosistema che sta distruggendo.
BUONA PRATICA
Per evitare che non resti più niente bisognerebbe mangiare meno carne, circa una volta in settimana così i pascoli intensivi verrebbero abbandonati e la natura piano piano ricomincerebbe a riprendersi dalla devastazione dell’uomo.
Fare a meno di gioielli.
Verificare la legna da dove viene.
Elisa e Elison
INDUSTRIA CHIMET
A Badia del Pino, nel 1976, apre il primo stabilimento industriale Chimet, “Chimica Metallurgica Toscana”.
A seguire, negli anni 80 viene aperto un altro stabilimento a Viciomaggio, sempre in provincia di Arezzo, segno del legame che esiste da sempre tra l’attività ed il suo territorio.
L’azienda vuole sottolineare l’attaccamento ai processi tradizionali di lavorazione usati nei secoli per l’affinazione dell’oro e degli altri metalli preziosi.
Da alcuni anni l’azienda ha sviluppato la divisione ecologica: un’attività supportata da importanti investimenti scientifici e tecnologici, nata per lo smaltimento dei rifiuti. Le numerose collaborazioni hanno permesso a Chimet di garantire ai propri clienti il massimo risultato nel recupero e affinazione dei metalli preziosi.
Chimet considera la sostenibilità la chiave per il mantenimento della propria posizione di società leader nel fornire un servizio industriale basato su un ciclo chiuso di recupero, affinazione e produzione di metalli preziosi e prodotti chimici a base di metalli preziosi. Chimet è specializzata nel recupero e affinazione di metalli preziosi da materiali industriali di scarto per questo coniuga il benessere con il risparmio ambientale delle materie prime, dell’energia e del territorio.
Riflessione:
Quella di questa azienda è una buona iniziativa, secondo noi dovrebbero tutti dare il massimo per rispettare e sostenere il nostro pianeta in quanto è uno solo e se continuiamo così finiremo per rovinarlo permanentemente fino al punto di non ritorno.
Buona pratica:
L’azione che ha fatto l’azienda Chimet deve essere da esempio per le vite di tutti perché se non si dà una mano la situazione degenererà.
Eva
Giorno dopo giorno, molte risorse che prima erano abbondanti e disponibili per l’uomo, diventano scarse.
L’esaurimento delle risorse naturali è l’eliminazione delle sostanze principali dalla terra.
Ci sono fonti di energia rinnovabili, cioè quelle che non si esauriscono o che vengono reintegrati per natura più velocemente di quanto vengano consumati, come la luce solare, il vento, l’acqua.
Altre fonti come il carbone, il petrolio e i minerali non sono rinnovabili perché il loro consumo è molto veloce.
Pertanto l’esaurimento di queste risorse è causato dalla velocità in cui vengono utilizzate (consumate).
Per esempio l’acqua dolce è una risorsa in via di esaurimento, costituisce solo il 2,5% dell’acqua terrestre, l’ONU prevede che entro il 2025, quasi 2 miliardi di persone non avranno acqua da bere.
Quando si parla di sostenibilità si intende che le risorse vengono utilizzate in modo tale da poter servire le generazioni presenti garantendo risorse anche per le future generazioni.
Le risorse si stanno esaurendo perché i bisogni della generazione futura non vengono presi in considerazione dalla generazione presente.
BUONA PRATICA:
Io penso che per riuscire ad almeno abbassare la percentuale di consumo bisognerebbe, nel caso dell’acqua, iniziare ad usarne di meno; mettere in pratica quelle regole che già sono state dette ma che, bisogna ammettere, nessuno le rispetta, almeno non del tutto.
RIFLESSIONE:
Approfondire questo argomento mi ha fatto capire che bisogna pensare anche alle persone, agli esseri viventi che verranno in futuro. Così facendo forse, anche se in piccola parte, riusciremo a cambiare il futuro.