Alessia
Pensate che solo in Italia ci sono 53 spiagge monitorate ed è stato scoperto che in ogni 100 metri ci sono ben 834 rifiuti di cui l’84% è di plastica. Mentre negli oceani e nei mari la situazione è molto più grave, un’emergenza. Infatti ci sono oltre 150 milioni di tonnellate di plastica fra cui molte sono microplastiche. Dovete sapere che ci sono pure delle isole di plastica, la più grande è la Great Pacific Garbage Patch, che ha un’età di oltre 60 anni, si stima che sia grande circa 700 mila Km2, in pratica grande quasi come gli USA. Davvero vogliamo restare indifferenti? Pensate che pure nella neve fresca è stata trovata della plastica. Però questa non è la cosa peggiore, infatti solo bevendo acqua in una settimana ingeriamo una carta di credito, cioè 5 grammi di plastica. Ora però parliamo di un fatto che si riesce a vedere più comunemente, l’effetto farfalla, vi faccio subito un esempio; Immaginate di avere una carta di una caramella che avete mangiato poco prima in mano, non sapete dove metterla quindi la buttate a terra, inizialmente si può pensare, “tanto cosa farà mai è una cartina di plastica insignificante.” Però non è così, quella cartina è una cosa grande per la terra, noi siamo in 8 miliardi di persone, pensate se ognuna di queste prendesse questa cartina e la buttasse a terra come se fosse nulla, questa piccola cartina diventerebbe una carta gigante di plastica che dopo in qualche modo va a finire in mare. Quindi se mai dovreste essere in questa situazione quella cartina la potete tenere in mano oppure in tasca fino a quando non trovate un cestino.
Erik
Le microplastiche sono particelle di plastica con diametro inferiore ai 5 millimetri, che si formano da processi di degradazione oppure da processi di produzione. Si tratta di una delle più grandi minacce ambientali e sono ampiamente presenti nei nostri mari, nei nostri terreni, nell’aria e persino nei nostri organismi. Esse possono essere classificate in base alla loro origine in primaria (microsfere di plastica prodotte per uso industriale) e secondaria (da rifiuti plastici che rilasciano microplastiche). Le microplastiche hanno varie conseguenze sull’ecosistema, tra cui l’ingestione da parte di organismi acquatici, la distruzione di habitat e la formazione di aggregazioni. Le microplastiche possono anche contenere sostanze chimiche o additivi come ftalati, oli e cloruro di vinile, che possono danneggiare la salute umana e animale. Per contrastare la diffusione di queste sostanze nocive, è importante promuovere la riduzione dei rifiuti, l’utilizzo di materiali alternativi e l’educazione ambientale a scuola.
buone pratiche per la risoluzione delle microplastiche
1. Utilizzare prodotti con meno ingredienti plastici.
2. Ridurre l’utilizzo di prodotti di plastica monouso.
3. Raccolta e smaltimento responsabile di rifiuti di plastica.
4. Educare la popolazione sull’impatto ambientale delle microplastiche.
5. Sostenere progetti di ricerca e tecnologie innovative per la rimozione delle microplastiche.
6. Utilizzare prodotti sostenibili come borse, stoviglie e altri articoli in materiali non plastici.
7. Promuovere le pulizie di spiagge e fiumi per la rimozione di microplastiche.
8. Sviluppare campagne di sensibilizzazione sui rischi ambientali delle microplastiche.
9. Utilizzare filtri a carbone attivo o altre tecnologie per la rimozione delle microplastiche dall’acqua.
10. Promuovere prodotti per la pulizia dei rifiuti di plastica.
Leonardo
Le microplastiche sono piccole particelle di plastica che misurano meno di 5 millimetri di lunghezza. Possono presentarsi in varie forme, come perline, fibre, frammenti e pellicole. Le microplastiche possono essere trovate in molti di prodotti e materiali, inclusi prodotti per la cura della persona, processi industriali e imballaggi in plastica. Possono anche formarsi a seguito della rottura di oggetti di plastica più grandi, come bottiglie d’acqua e sacchetti di plastica.
Queste microplastiche danno molta preoccupazione perché possono essere ingerite dagli animali marini e da altri organismi e sono state trovate in una varietà di luoghi, inclusi oceani, sistemi di acqua dolce e persino l’aria. Gli effetti a lungo termine delle microplastiche sull’ambiente e sulla salute umana non sono ancora ben compresi, ma la ricerca è in corso in questo settore.
La principale fonte di inquinamento da microplastica è la scomposizione di detriti di plastica più grandi e una via primaria di ingresso nell’ambiente è attraverso gli scarichi degli effluenti dagli impianti di trattamento delle acque reflue e dalle discariche.
Negli ultimi anni, diversi paesi e comuni hanno adottato misure per ridurre l’uso di microplastiche nei prodotti e negli imballaggi, incluso il divieto delle microsfere (microsfere di plastica utilizzate nei prodotti per la cura personale) e l’attuazione di regolamenti sui sacchetti di plastica. Anche l’educazione dei consumatori e il cambiamento comportamentale sono fondamentali per affrontare questo problema.
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